Mondo altro
L’iperrealtà e’ affascinante: immagini realistiche, paesaggi curati nei minimi dettagli, personaggi con svariate personalità, colonne sonore accattivanti, trame intriganti delle quali il giocatore è protagonista. Ci si misura con avversari, si mette in luce la propria abilità. Il gioco è un piccolo mondo fantastico che simula quello vero, dove ogni piccola vittoria diventa fonte di soddisfazione, divertimento, piacere. E dove tutti i problemi quotidiani sono banditi dalla mente.
Il Giappone e’ la fucina mondiale dei videogiochi ed e’ anche il luogo in cui sono giocati con un accanimento tale da portare le persone a ritirarsi da ogni situazione sociale e a isolarsi completamente, per passare la vita davanti al computer. Il fenomeno e’ talmente pregnante e diffuso che esiste anche una parola per definire queste persone: “otaku”, tradotto in italiano come “fanatico”.
Il pellegrinaggio nel mondo delle sale gioco di Tokyo e’ stato un viaggio alla ricerca della iperrealtà, ovvero del mondo del falso assoluto, in cui le imitazioni non si limitano a riprodurre la realtà, ma cercano di imprimerle un “miglioramento”, dando vita a scenari in cui tutto è più luminoso, più grande e più divertente che nella vita quotidiana. Non solo: essendo i videogame interattivi, il giocatore ha il potere di cambiare la storia, di decidere, per esempio, se salvare un personaggio oppure no. In confronto ai videogame, la realtà può essere deludente e frustrante. Si rischia di sentire nostalgia di quel mondo immaginario, dove si incontrano mostri, eroi, principesse, si combatte per la vita e la morte compiendo gesta epiche, potendosi sempre rifare dalle sconfitte inserendo nuove monete nella consolle e salendo di grado nei livelli di abilita’, e si finisce per essere risucchiati nel vortice di quella dimensione fantastica.
Nelle sale giochi si incontra non solo realta’ virtuale ma anche gioco d’azzardo reale nelle versioni elettroniche tecnologicamente avanzate dei classici giochi da casino’. Qui la seduzione ipnotica del bombardamento multisensoriale di led luminosi colorati pulsanti al ritmo di poche note musicali ossessivamente ripetute si somma alla compulsione al gioco, esercitando un’ attrazione fatale.
Inchiodati ai seggiolini, i giocatori trascorrono anche l’intera giornata appiccicati ai monitor, dopo essersi sistemati accanto beveraggi e cibarie vari (prontamente erogati dagli onnipresenti distributori automatici).
Patiscono, esultano, si agitano, si disperano, si esaltano: vivono dentro a quel mondo parallelo, simulacro della realta’, diventando a loro volta simulacri di se’ stessi, individui che limitano l’esperienza della loro esistenza agli stimoli e alle emozioni incontrati in un mondo altro.
Questo lavoro e' stato realizzato durante un WS in viaggio a Tokyo con Sara Munari in ottobre-novembre 2018.